La sicurezza sul lavoro è da sempre oggetto di interesse per i datori di lavoro, gli organismi pubblici, le associazioni, i sindacati e i lavoratori stessi, i quali vivono in prima persona nei cantieri le problematiche legate a questo argomento.

Negli ultimi tempi, anche a causa della diffusione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2, i protocolli in materia di sicurezza sul lavoro sono tornati a essere un tema di grande dibattito. In particolare il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, i sindacati, le associazioni di categoria e i concessionari hanno firmato un protocollo condiviso di regolamentazione volto a contenere la malattia da Covid-19 nei cantieri edili.

L'importanza dei dispositivi di protezione individuale

I dispositivi di protezione individuale (DPI) nascono con l'intento di fornire protezione e sicurezza ai lavoratori durante lo svolgimento delle loro mansioni in cantiere. Oggi più che mai l'impiego dei DPI è d'obbligo per impedire (o quantomeno evitare) la diffusione della malattia Covid-19 all'interno dei luoghi di lavoro.

Il protocollo condiviso di regolamentazione in materia di sicurezza sul lavoro si focalizza sia sull'utilizzo obbligatorio dei DPI, sia su altri fattori altrettanto importanti, quali:

  • gestione e igienizzazione degli spazi comuni (spogliatoi, bagni, mense etc.);
  • pulizia e sanificazione del luogo di lavoro;
  • precauzioni igieniche dei lavoratori a livello personale;
  • uso obbligatorio della mascherina protettiva insieme agli altri DPI;
  • comunicazione dei nuovi protocolli di sicurezza da parte dei datori di lavoro;
  • comunicazione delle nuove modalità di accesso al cantiere per i fornitori esterni;
  • impegno dei lavoratori a fornire informazioni in merito al proprio stato di salute in caso di sintomi sospetti;
  • riprogrammazione delle turnazioni di lavoro per evitare assembramenti;
  • sorveglianza sanitaria potenziata e gestione tempestiva di eventuali casi di positività interni.

La situazione milanese

A Milano, così come nel resto d'Italia, i cantieri edili hanno dovuto far fronte all'emergenza Coronavirus attraverso una serie di misure più o meno drastiche. A seguito del DPCM 22 marzo 2020, infatti, molti cantieri sono stati costretti a sospendere le loro attività dal 23 marzo fino al 3 aprile, fatta eccezione per le ditte appartenenti ai codici ATECO ammessi in lista.

Successivamente, l'avvento della Fase 2 ha visto la riapertura di tutte (o quasi tutte) le attività commerciali e industriali, compresi i cantieri edili, i quali però devono attualmente tenere conto delle regole imposte dal nuovo protocollo condiviso al fine di evitare spiacevoli sanzioni e/o nuove chiusure.